Binocoli e millimetri – #JapaneseGP

Nel mio ultimo post avevo espresso l’opinione che il distacco fra Mercedes e Ferrari dovesse essere ancora misurato più col binocolo che col millimetro. Ci ho azzeccato ma ho clamorosamente sbagliato l’ordine perché a Singapore – almeno in qualifica, in gara le proporzioni erano diverse seppur non invertite – è stata la Mercedes a guardare la Ferrari col binocolo.

Una spiegazione? Troppo difficile darla senza tutti gli elementi in mano, quello che è certo è che nemmeno Paddy Lowe starà passando giornate tranquille per cercare di capire come si è passati dal dominio di Monza alla débâcle di Singapore. Forse peggio di lui se la sta passando soltanto Heyneke Meyer, commissario tecnico della nazionale sudafricana di rugby, sconfitta dal Giappone nell’esordio della Coppa del Mondo: la sorpresa più grande nella storia di questo sport.

Il trionfo di Vettel a Singapore non è stata una sorpresa altrettanto grande – sulla carta era una pista adatta alle caratteristiche di Ferrari e Red Bull – ma nessuno avrebbe mai immaginato un simile distacco inflitto alla Mercedes in qualifica. Sicuramente ha influito il fattore pilota: Vettel è il migliore in qualifica salito su una Rossa negli ultimi dieci anni, su questo ci sono pochi dubbi, all’altezza del miglior Schumacher sul giro secco, e quando parte davanti non sbaglia mai. Sicuramente hanno influito le gomme: lo stupore che traspare dalle parole del top management Mercedes è uguale a quello provato altre volte, anche nel box Ferrari quando ci lavoravo io, di fronte a situazioni simili. A tale proposito si potrebbero citare delle frasi usate da uomini politici come Giulio Andreotti (“A pensare male si fa peccato ma spesso ci si azzecca”) e Leoluca Orlando (“Il sospetto è l’anticamera della verità”): non appartengono alla mia cultura politica né al mio modo di vedere lo sport ma capisco Toto Wolff e non è il caso di gridare allo scandalo se si è lasciato andare a questi pensieri. Del resto, non mi sembra che in tempi recentissimi anche chi oggi festeggia non abbia lanciato sospetti sulle gomme: chi è senza peccato scagli la prima pietra….

E’ chiaro che la Mercedes non ha trovato l’assetto giusto per il circuito di Marina Bay e per quella combinazione di pneumatici e temperature, nel recente passato sempre ostica alla Ferrari. Così com’è chiaro che la rimonta dei motoristi Ferrari ha messo pressione sui colleghi anglotedeschi e li ha costretti a prendere qualche rischio di troppo in termini di affidabilità.

Che succederà adesso? Mondiale riaperto? Difficile, probabilmente impossibile vincere ma la Ferrari ha il diritto e il dovere di crederci, anche perché non c’è nulla da perdere. Mi sembra di rivedere un anno come il 1996: stagione dominata dalla Williams col duello iridato fra i figli d’arte Hill e Villeneuve e un tedesco appena arrivato a Maranello che vince tre gare… Vettel ha sei chance per fare meglio di Schumacher. Intanto vediamo a Suzuka a chi toccherà usare il binocolo.

1 thoughts on “Binocoli e millimetri – #JapaneseGP

  1. che piacere leggere il suo blog, i vostri blog, di gente che in passato o in presente vive la f1.
    è vero i paragoni con schumi si sprecano , e da uno che era del partito “vettel vince solo grazie alla squadra red bull” ora vorrei dire una cosa:”scusa seb mi sbagliavo”
    è vero a pensar male ……. però ci sono troppi segnali che ci dicono che la mercedes abbia l’occhio da furbetto…..
    forza ferrari

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